Negli ultimi anni, una nuova filosofia di viaggio si sta facendo largo tra i turisti più consapevoli: stiamo parlando dello slow tourism, o turismo lento. Un approccio che va ben oltre il semplice “viaggiare con calma” – è uno stile di vita, una scelta di qualità rispetto alla quantità, di connessione rispetto al consumo.
In questo articolo scoprirai cos’è lo slow tourism e perché sta diventando una tendenza ambientale.
Lo slow tourism, o turismo lento, è un movimento che promuove un modo di viaggiare più consapevole, rispettoso del territorio e delle comunità locali. Si ispira ai principi della Slow Food e del movimento slow in generale, nato negli anni ‘80 in Italia come reazione alla cultura del fast food e del vivere frenetico.
L’idea alla base dello slow tourism è semplice: meno posti visitati, ma vissuti davvero. Invece di affollarsi di tappe e itinerari fitti come un programma militare, si preferisce trascorrere più tempo in pochi luoghi, immergendosi nella loro cultura, cucina, storia e natura.
Come anticipato, lo slow tourism nasce come evoluzione del movimento Slow Food, fondato in Italia da Carlo Petrini nel 1986. Il concetto ha poi trovato applicazione in altri ambiti della vita quotidiana, fino ad arrivare al turismo.
Il termine “slow tourism” è stato ufficialmente coniato nel 2003 da Susan Saint Onge e Peter Lewis, due giornalisti canadesi che hanno pubblicato un articolo sul tema su Verde Magazine. Da allora, il movimento ha preso piede in Europa, Nord America e Asia, soprattutto tra i viaggiatori che cercano un contatto più vero con il luogo che visitano.
Oggi, lo slow tourism non è solo una moda passeggera: è una risposta al turismo di massa, all’over-tourism e alla crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale e sociale.
Secondo i dati di Google Trends, la ricerca di termini come “slow travel”, “turismo lento” e “sustainable travel” è in crescita costante dal 2020. Questo aumento non è casuale, ma frutto di diversi fattori sociali, culturali ed economici.
I viaggiatori di oggi sono sempre più sensibili al tema della sostenibilità. Lo slow tourism riduce l’impatto ambientale grazie a:
Le nuove generazioni di viaggiatori (in particolare Millennials e Gen Z) cercano esperienze vere, fuori dai circuiti turistici battuti. Preferiscono mangiare in piccoli ristoranti gestiti da famiglie locali, dormire in strutture indipendenti e partecipare a eventi tradizionali.
Dopo anni di pandemia e stress quotidiano, molti cercano nei viaggi un momento di rigenerazione mentale e fisica. Lo slow tourism offre un’opportunità per rallentare, respirare e godersi il momento.
Sempre più persone scelgono di viaggiare lentamente anche per staccare dalla routine digitale. Alcuni optano per viaggi senza smartphone, altri semplicemente riducono gli impegni per godersi il paesaggio.
Scegliendo di soggiornare in piccole strutture, acquistare prodotti locali e frequentare mercati artigianali, lo slow tourist contribuisce direttamente allo sviluppo economico delle comunità locali.
Viaggiare lentamente non fa bene solo al corpo e alla mente, ma anche all’ambiente e alle popolazioni locali.
Vuoi provare lo slow tourism ma non sai da dove iniziare? Ecco alcuni passaggi pratici per pianificare il tuo primo viaggio lento.
Evita le mete mainstream come Roma o Milano. Opta invece per borghi medievali, villaggi di montagna o zone rurali. In Italia, puoi considerare i borghi del Molise, il Salento meno turistico, o le colline toscane fuori stagione.
Piuttosto che saltare da una città all’altra ogni 2 giorni, scegli di restare almeno una settimana in un posto. Potrai svegliarti tardi, esplorare senza fretta, incontrare gente del posto.
Preferisci il treno, la bicicletta o addirittura il cammino a piedi. Se proprio devi prendere l’aereo, cerca di compensare con progetti di riforestazione o scegli voli low-cost carbon neutral.
Partecipa a laboratori artigiani, corsi di cucina, visite guidate tenute da abitanti. Mangia in trattorie gestite da famiglie, compra nei mercati locali.
Cammina, fai escursioni, pratica yoga in mezzo alla natura. Cerca esperienze che ti permettano di rallentare e di entrare in contatto con te stesso e con l’ambiente circostante.
Lo slow tourism, o turismo lento, è un approccio consapevole al viaggio che favorisce soggiorni prolungati, esperienze autentiche e rispetto per l’ambiente e le comunità locali.
Lo slow tourism offre benessere personale, riduce lo stress, favorisce la connessione con la natura e sostiene l’economia locale e la sostenibilità ambientale.
Se vuoi organizzare un viaggio slow in Italia, scegli destinazioni poco turistiche, soggiorna più giorni, usa mezzi sostenibili, partecipa a esperienze locali e immergiti nella natura.
In sintesi: lo slow tourism non è solo un trend passeggero: è una risposta consapevole a un sistema turistico ormai saturato e poco sostenibile. Rappresenta un modello di viaggio più umano, più verde e più autentico.
Se sei stanco di tour organizzati, code interminabili e foto scattate in fretta, prova a rallentare. Fermati. Respira. Goditi quel che hai intorno. Il turismo lento ti aspetta.
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