Pubblicato 2 settimane fa

Proximity Tourism: cos’è il turismo di prossimità e come riduce la CO₂ (senza rinunciare alla scoperta)

In questo articolo scoprirai cos’è il proximity tourism, come aiuta a ridurre le emissioni di CO₂ e perché rappresenta una forma di viaggio sostenibile, autentica e rigenerante—senza dover rinunciare alla scoperta e al senso di avventura.
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Negli ultimi anni, mentre il mondo si confronta con crisi climatiche, pandemie e un crescente senso di smarrimento legato allo stile di vita accelerato, qualcosa è cambiato nel modo in cui molte persone vivono il viaggio.

Sempre più viaggiatori stanno abbandonando la ricerca compulsiva di “mete esotiche” per abbracciare un approccio più intenzionale, lento e vicino a casa.

Non si tratta di rinunciare al desiderio di esplorare, ma di rivedere cosa significa davvero viaggiare: non spostarsi il più lontano possibile, ma connettersi il più profondamente possibile.

È in questo contesto che emerge il proximity tourism (turismo di prossimità) — un modello di turismo sostenibile che non solo riduce l’impronta di carbonio, ma rafforza i legami con il territorio, la comunità e se stessi.

Esploriamo insieme di cosa si tratta, perché funziona e come puoi praticarlo.

🌍 Che cos’è il “proximity tourism” (turismo di prossimità) e perché sta diventando una scelta consapevole

Il proximity tourism, o turismo di prossimità, è un modo di viaggiare che privilegia le destinazioni vicine, potenzialmente raggiungibili con mezzi a basso impatto ambientale (treno, bici, auto elettrica condivisa, o addirittura a piedi) e scegliendo esperienze che valorizzano il territorio locale, la sua cultura e le sue comunità.

Il bello di questo approccio? Non sacrifica la scoperta: anzi, la approfondisce, permettendo un contatto più autentico con luoghi spesso ignorati nella corsa verso mete più “instagrammabili”.

E il clima ringrazia: il turismo globale contribuisce significativamente alle emissioni di CO₂, un gas che trattiene il calore e che, in eccesso, surriscalda il pianeta causando eventi estremi e danni agli ecosistemi. 

Uno studio peer-reviewed pubblicato su Nature Communications stima che nel 2019 il turismo rappresentasse l’8,8% delle emissioni antropogeniche totali (o il 9,9% escludendo uso del suolo), pari a 5,2 Gt di CO₂-equivalenti.

Il trasporto aereo è il principale responsabile, coprendo circa il 52% delle emissioni dirette del settore.

Optare per spostamenti ridotti e più lenti riduce quindi immediatamente l’impatto ecologico.

📉 Quanto CO₂ si risparmia viaggiando in prossimità?

I numeri confermano l’impatto dei trasporti sulle emissioni. Un volo di andata e ritorno da Roma a New York genera circa 1,5-2 tonnellate di CO₂ per passeggero, considerando l’efficienza media delle compagnie aeree transatlantiche. Per confronto, un viaggio in treno da Roma a Firenze emette solo 0,1-0,6 kg di CO₂ per passeggero.

Anche tra auto la differenza è netta: per 300 km, un’auto elettrica emette mediamente 15-40 g CO₂/km (circa 4,5-12 kg totali) con il mix energetico europeo 2025, mentre un’auto a benzina ne emette 120-170 g/km (circa 36-51 kg totali).

Il proximity tourism, quindi, non è solo una scelta poetica: è una strategia concreta per ridurre drasticamente le emissioni legate ai nostri spostamenti.

E non è solo questione di CO₂: viaggiare vicino a casa significa anche meno congestione turistica, meno spreco di risorse idriche (il turismo intensivo consuma enormi quantità di acqua), e meno pressione sulle infrastrutture locali.

🌿 Turismo di prossimità e slow living: un binomio naturale

Il proximity tourism si sposa perfettamente con la filosofia dello slow living, che invita a vivere con intenzionalità, presenza e rispetto per i ritmi naturali.

Viaggiare vicino a casa incoraggia una velocità diversa: si cammina di più, si osserva meglio, si ascolta con curiosità le storie dei luoghi e delle persone.

A differenza del turismo mordi e fuggi, il proximity tourism permette di immergersi veramente in un territorio, magari soggiornando in strutture a gestione locale, mangiando prodotti a chilometro zero e partecipando a esperienze co-create con le comunità.

In Italia, già esistono bellissimi esempi: dai borghi della Lunigiana alle valli del Trentino, fino alle aree interne della Puglia o della Sicilia, dove viaggiatori consapevoli stanno riscoprendo la ricchezza nascosta del “non lontano”.

Questo tipo di viaggio non solo riduce l’impatto ambientale, ma arricchisce l’esperienza umana, creando connessioni autentiche e durature.

🌱 Proximity tourism, turismo lento e rigenerativo: quando il viaggio cura

Il proximity tourism non si limita a essere “meno impattante”: può diventare rigenerativo — cioè in grado non solo di non danneggiare, ma di rigenerare ecosistemi, economie locali e benessere personale.

Il turismo rigenerativo va oltre la sostenibilità: mira a lasciare un luogo meglio di come lo si è trovato. Questo approccio si traduce in esperienze che invitano alla presenza, al riposo intenzionale, alla connessione con la natura e al dialogo con la comunità ospitante.

Pensa a un soggiorno in una masseria pugliese che pratica agricoltura rigenerativa, a un cammino silenzioso tra i castagneti dell’Appennino, o a un laboratorio di tessitura con artigiane locali in Sardegna. Questi non sono semplici “pacchetti vacanza”, ma occasioni di trasformazione reciproca: il viaggiatore si rigenera, e allo stesso tempo contribuisce—anche simbolicamente—al rafforzamento della cultura e dell’economia del posto.

Secondo il Global Wellness Institute, il wellness tourism ha raggiunto un valore di 830 miliardi di dollari nel 2023, con 1,034 milioni di viaggi wellness che rappresentavano il 7,8% del totale dei viaggi turistici globali. Questo segmento è cresciuto del 4,5% annuo tra il 2019 e il 2023, superando i livelli pre-pandemia e raggiungendo il 119% del valore del 2019, grazie a una forte domanda post-COVID.

I viaggiatori cercano sempre più esperienze autentiche e rigenerative, come soggiorni lenti e terapeutici, trainati da un focus su benessere mentale e fisico.

In questo senso, il proximity tourism diventa il veicolo ideale per un turismo che cura: perché ci riporta a ciò che è essenziale — la terra, le relazioni, il tempo.

🧭 Come praticare il proximity tourism senza annoiarsi

Una delle obiezioni più comuni è: “Ma se non vado lontano, che avventura è?”. La verità è che l’avventura non dipende dalla distanza, ma dalla qualità dell’esperienza.

Ecco alcuni modi per praticare il proximity tourism in modo creativo e appagante:

  • Scegli un micro-viaggio tematico: un weekend dedicato alla ceramica in Toscana, un trekking tra i sentieri dei Sibillini, un soggiorno in un agriturismo biologico in Umbria.
  • Usa mezzi lenti: il treno, la bici, il cammino. Muoversi lentamente cambia radicalmente la percezione del paesaggio.
  • Soggiorna in strutture rigenerative: che non solo minimizzano il loro impatto, ma contribuiscono attivamente al benessere del territorio.
  • Connettiti con la comunità locale: partecipa a una vendemmia, aiuta in un orto sociale, impara una ricetta tradizionale.

In questo modo, il proximity tourism diventa un atto di cura: per il pianeta, per le persone e per se stessi.

📊 Il turismo di prossimità in Italia: trend e opportunità

Secondo dati recenti delle statistiche turistiche italiane, circa il 65-70% degli italiani ha effettuato viaggi entro i confini nazionali nel 2023, con una tendenza crescente verso destinazioni entro 200 km dalla propria residenza.

Questo fenomeno, accelerato dalla pandemia, si sta affermando come una scelta di stile di vita, orientata verso un turismo più lento, sostenibile e vicino alle radici territoriali.

Inoltre, il proximity tourism sta generando nuove opportunità economiche per le aree interne e i piccoli borghi, spesso lasciati indietro dal turismo di massa. Progetti di rigenerazione culturale, agriturismi sostenibili, cammini storici e reti di ospitalità diffusa stanno rinascendo grazie a questa nuova domanda.

❔ FAQ sul proximity tourism

Cos’è esattamente il proximity tourism?

Il proximity tourism (o turismo di prossimità) è un approccio al viaggio che privilegia destinazioni vicine al proprio luogo di residenza, riducendo la distanza percorsa e l’impatto ambientale. Si basa su mezzi di trasporto sostenibili e su esperienze che valorizzano il territorio locale.

Il proximity tourism è meno interessante del turismo internazionale?

Assolutamente no. Scoprire luoghi vicini con curiosità e lentezza permette un’esperienza più autentica, profonda e rigenerante. L’avventura non dipende dalla distanza, ma dall’apertura mentale e dalla qualità delle connessioni create.

Posso praticare il turismo di prossimità anche se vivo in città?

Certo! Anche le aree urbane hanno dintorni ricchi di natura, storia e cultura. Parchi regionali, borghi storici, percorsi ciclabili e reti di agricoltura sociale sono spesso a pochi chilometri dal centro città. 

✨ In sintesi

Il proximity tourism è un modo di viaggiare che riduce drasticamente le emissioni di CO₂, valorizza i territori locali e si allinea perfettamente con i principi dello slow living. Non è una rinuncia, ma una scelta consapevole: per viaggiare meglio, più lentamente e con più significato.

Scoprire ciò che è vicino — con attenzione, rispetto e curiosità — può rivelarsi l’avventura più rigenerante di tutte.

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